Bonifica Ex Stabilimento Stoppani di Cogoleto (Ge)

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Bonifica Ex Stabilimento Stoppani di Cogoleto (Ge)

INTERVENTO:

Microfase 1 e 2: Attività di decommisioning e decontaminazione del Forno a Piatto, 58 e 70 e servizio di rimozione e confezionamento in big bags, carico, trasporto e smaltimento di rifiuti cer 060313 presso l’ex Stabilimento Stoppani Di Cogoleto (Ge)

COMMITTENTE:

Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile, il Commissario Delegato

PERIODO DI LAVORO:

Microfase 1 e 2: Giugno 2008 – Maggio 2009

Novembre 2008 – Luglio 2011

IL SITO:

L’area industriale ex Stoppani è situata nel Comune di Cogoleto in provincia di Genova, sul versante occidentale del torrente Lerone a qualche centinaio di metri dal suo naturale sbocco sul mare, e si estende su una superficie di ~ 46.000 m². 

L’insediamento produttivo è stato dismesso a partire da fine gennaio 2002 con l’arresto della produzione di Bicromato di Sodio, di Acido Cromico e di Solfato basico di cromo (Salcromo). Altre attività legate residuali alla movimentazione di Acido Cromico e Bicromato di Sodio si sono poi ancora protratte fino al 2004, anno in cui hanno avuto inizio le operazioni di bonifica e di messa in sicurezza d’emergenza.

In seguito ad attività di messa in sicurezza, Greenthesis ha effettuato le operazioni di riqualificazione dell’area industriale ex Stoppani. 

Ex Stoppani

L’attività del sito è riconducibile alla produzione dei derivati della Cromite. Le prime attestazioni relative alle attività della Stoppani risalgono al 1900, in particolare una autorizzazione rilasciata dalle autorità del Comune di Cogoleto alla “Fabbrica del Cromo”, in seguito denominata Stoppani. Nel 1906 viene installato il primo forno a piatto, in funzione fino agli anni ’60 e completamente dismesso negli anni ’80. Nel 1958 viene installato il primo forno moderno a suola rotante che segna il trasferimento dell’attività produttiva dalla parte Sud dello stabilimento a quella Nord. Con l’installazione dei forni 62 e 70 lo stabilimento assume la configurazione attuale. Negli anni ’70 è stata poi avviata la produzione di vitamine K3, trasferita dopo alcuni anni in un’altra località.

L’area dell’ex Stabilimento Stoppani risulta gravemente compromessa. Il contesto legislativo non definito ha avvallato la gestione della produzione in un clima di scarsa coscienza ambientale. Lo stoccaggio delle terre esauste prodotte come residuo di lavorazione in quantitativi di circa 40.000 – 50.000 mc/annui, fino al 1985 veniva versate sulla spiaggia (in concessione alla Stoppani) davanti allo stabilimento, mentre tra il 1985 ed il 1986 le terre esauste vennero sversate in mare tramite bettoline in un punto indicato dalla Capitaneria di Porto nell’ambito della specifica autorizzazione conseguita da Stoppani.  Dopo un breve periodo di utilizzo di terre – con tenore di cromo esavalente inferiore a 2000 ppm – nell’ambito dei riempimenti per la realizzazione del porto di Voltri, nel 1986 la Stoppani interrompe l’attività di sversamento e le terre vennero accumulate nella discarica di Pian Masino, posta sulla sponda sinistra del torrente Lerone.

Duplice l’intervento effettuato presso l’ex Stabilimento Stoppani. Nella microfase 1 e 2 si è bonificato dall’amianto sia a matrice friabile (coibentazioni di tubazioni, interno dei forni e guarnizioni) sia a matrice compatta (lastre di copertura) presenti nel lotto A2 (forno a piatto) e nel lotto E (Forno 58 e 70 ed edifici attigui). L’intervento di bonifica presso il magazzino, in cui erano stoccate circa 8000 ton di solfato di sodio pesantemente contaminato da Cromo in maggior parte Cromo esavalente, era invece finalizzato alla completa rimozione del rifiuto solfato giallo e delle matrici da esso direttamente contaminate (pavimentazione), con conseguente decontaminazione delle superfici liberate amovibili (pareti del capannone).

IL PIANO OPERATIVO

Nella microfase 1 e 2 preliminarmente alle attività di bonifica da amianto è stata effettuata una decontaminazione da cromo VI ai fini della prevenzione e della protezione degli operatori impiegati nelle bonifiche da amianto. Allestite 4 aree confinate poste in depressione per mezzo di estrattori a filtrazione assoluta, collaudate dall’Ente di controllo (verifica della tenuta statica e dinamica). I teli di confinamento sono stati ancorati ad opere provvisionali (ponteggi) anche per resistere alle forti raffiche di vento che hanno raggiunto punte di 100 km/orari. Per operare in quota sono state poi utilizzate piattaforme aeree e/o trabattelli e allestite diverse opere provvisionali con elementi tubolari e giunti ed asse di ponte.  

L’operatività, proposta dalla scrivente ed approvata dalla Stazione Appaltante per la bonifica del magazzino V, prevedeva invece il confinamento statico-dinamico dell’intero fabbricato del magazzino e l’insacco meccanizzato dei rifiuti. 

A seguito della cantierizzazione, si è provveduto alla messa in opera delle strutture provvisionali necessarie al supporto dei confinamenti. Realizzate a mezzo di impalcati in tubi e giunti, sono state progettate tenendo conto della particolare ventosità della zona. Al confinamento statico si è aggiunta l’impiantistica necessaria al condimento dinamico, con l’impiego di una batteria articolata di estrattori a filtri multistadio.

Le attività di rimozione e confezionamento sono state condotte attraverso l’impiego di macchine da cantiere comandate in remoto, in modo da non esporre al contaminante specifico del Cromo VI, noto cancerogeno, nessun operatore. Il governo dei mezzi d’opera era effettuato da operatori specializzati a mezzo di sistemi di comando e controllo appositamente studiati e posti in opera.

Il rifiuto presente nel magazzino era in parte già confezionato in big bags obsoleti e in parte sfuso. L’azione degli agenti atmosferici, unitamente al passare del tempo, ha consolidato la superficie esterna della matrice che, essendo a composizione salina, presenta una consistenza decisamente apprezzabile. La porzione più interna dei cumuli così come dei big bags mantene invece una consistenza polverosa, con tutte le problematicità connesse dal punto di vista operativo. La tipologia particolare del rifiuto, caratterizzato da elevatissime concentrazioni di contaminanti oltre che da un’altrettanta accentuata capacità di eluizione degli stessi, ha richiesto l’omologazione dello stesso presso impianti dedicati esteri, quali miniere e discariche sotterranee. Ne risultava impedito il conferimento in qualsiasi discarica convenzionale.

Il trasferimento del rifiuto presso gli impianti è avvenuto necessariamente previo idoneo confezionamento dello stesso in big bags specificamente idonei alla messa a dimora in ambito sotterraneo. L’insacco è stato effettuato attraverso l’impiego di aspiratore industriale abbinato a nastro di carico e tramoggia di insacco. 

Particolari modalità operative sono state attuate anche a riguardo dell’evacuazione dei colli confezionati dall’area di lavoro, con attuazione di una procedura standardizzata e condivisa con le Autorità che prevedeva la decontaminazione e il doppio insacco di ciascuno di essi. Analoga procedura di dettaglio è stata condivisa con le Autorità ai fini del campionamento e della caratterizzazione della matrice rifiuto, la cui composizione è stata puntualmente verificata con cadenza giornaliera prima della spedizione.

LA TECNOLOGIA

La decontaminazione da cromo, nelle aree oggetto di bonifica da amianto, è stata effettuata mediante un’asportazione allo stato solido di gran parte del materiale. Successivamente si è intervenuto a umido, per la sola rifinitura, con una soluzione acquosa addizionata con reagente riducente (Cr VI ridotto a Cr III, più stabile e non cancerogeno). Nel corso delle attività sono stati effettuati campionamenti delle polveri totali e del cromo esavalente aerodisperso. 

Nelle 4 aree confinate i tecnici Greenthesis dotati dei DPI necessari (stivali antinfortunistici, tuta in tyvek e maschera facciale “elettroventilata” dotata di filtri P3) hanno rimosso i materiali a matrice amiantifera ed in lana minerale. Giornalmente sono stati effettuati dei monitoraggi di controllo in M.O.C.F. (Microscopia Ottica a Contrasto di Fase). Al termine della pulizia con aspiratori dotati di filtri assoluti l’Ente di controllo ha effettuato l’ispezione visiva per verificare l’assenza di residui di amianto all’interno del confinamento. Si è proceduto, quindi, all’incapsulamento di tutte le superfici ed ai campionamenti ai fini della restituibilità in SEM. 

Alcune tubazioni, tenuto conto del loro diametro e della loro accessibilità, sono state bonificate con la tecnica del glove bag. La coibentazione, quindi, è stata rimossa completamente mediante l’utilizzo dei glove bags. Quotidianamente, sull’addetto che ha eseguito il glove bag è stato effettuato un campionamento in M.O.C.F.. 

Le lastre di copertura in cemento amianto sono state rimosse dopo aver incapsulato, con prodotto specifico ai sensi del D.M. 20.08.1999, le superfici a vista; i manufatti sono stati calati a terra; sono state, poi, trattate le superfici non a vista. 

Tutti i manufatti rimossi ed i materiali di consumo impiegati (tute in tyvek, filtri esausti di maschere, estrattori ed aspiratori, 1° telo del confinamento), posti in doppio sacco di polietilene, sono stati messi in big bags e quindi avviati allo smaltimento in ottemperanza delle normative vigenti in materia.

RISULTATI

Nella microfase 1 e 2, messa appunto da Industriali S.p.A. (Mandataria) – Ireos S.p.A, 1emme S.p.A e MS Isolamenti S.p.A. (mandanti), a seguito della decontaminazione da cromo prima e bonifica da amianto successiva sono stati smaltiti: ~ 370.000 kg di materiali (terriccio, polverino e mattoni) contaminati da cromo; ~ 130.000 kg di rifiuti contenenti amianto (coibentazioni, guarnizioni e lastre di copertura) e lana minerale

A seguito invece dell’intervento di bonifica presso il magazzino V, messo appunto Industriali S.p.A. (Mandataria) – Cosint scrl (Mandante), sono stati smaltiti invece 8.000 ton di rifiuti, in massima parte pericolosi. Oltre al Solfato di Sodio contaminato da Cromo, rifiuto principale oggetto dell’appalto, sono stati gestiti in corso d’opera anche altre tipologie minori di rifiuti, sempre in conformità alle previsioni progettuali: 060313* – solfato giallo – 7.660 ton, confezionato in big bags; 060405* – cromite – ton 254, confezionata in big bags; 170903*-170904 – rifiuti misti da demolizioni – ton 84; 150110* – 150106 – 200307 – 150202* – rifiuti vari di cantiere (d.p.i. esausti, confinamenti dismessi ecc) – ton 50 circa

In corso d’opera sono stati quotidianamente condotti monitoraggi personali ed ambientali che rilevano l’assenza di dispersioni ambientali e/o esposizioni di addetti e/o terzi a condizioni lavorative/ambientali non appropriate.