INTERVENTO:
Messa in sicurezza e bonifica del sito contaminato denominato “Cava Pirata” nel Comune di Castiglione delle Stiviere (MN).
COMMITTENTE:
Comune di Castiglione delle Stiviere (MN)
PERIODO DI LAVORO:
22 Settembre 2004 – 13 Novembre 2006
IL SITO:
Il sito oggetto della bonifica è una ex cava di ghiaia alla periferia occidentale del Comune. Un’area di circa 8.500 mq circa, di cui la metà contaminata, costituita da una superficie sostanzialmente pianeggiante, per la maggior parte coperta da vegetazione erbacea/arbustiva e soltanto in parte, arborea.
EX CAVA PIRATA
Tra gli anni ’60 e ’80 sono stati sversati sul terreno dell’Ex Cava Pirata una serie di reflui industriali allo stato fluido e solido. Solo all’inizio degli anni ’90 con l’insorgere della coscienza ecologica e dei relativi provvedimenti in maniera di smaltimento dei rifiuti, ci si è interessati impatti ambientali sul territorio.
A seguito delle analisi e dalle considerazioni svolte dall’RTI, sono stare individuate nel sito due aree distinte da diverso grado di contaminazione: Area A di 2250 m2 circa, caratterizzata da una contaminazione molto elevata, suddivisa in: Area A.1: di estensione areale pari a 650 m2, in cui è presente il più alto grado di contaminazione – Area A.2: di estensione areale pari a 1600 m2, in cui è presente un livello di contaminazione inferiore; Area B di 2250 m2 circa, interessata da una contaminazione meno significativa, principalmente causata dalla migrazione delle sostanze contaminanti presenti nell’area A.
L’inquinamento è prodotto dalla presenza di fanghi di lavorazione miscelati a materiale di riporto, di demolizione, di diversa provenienza. I gruppi chimici cui è possibile ricondurre i contaminanti sono principalmente riferibili a: Idrocarburi monoaromatici, segnatamente Benzene, Toluene, Xilene; Ammine aromatiche; Idrocarburi alifatici clorurati. La contaminazione ha una profondità massima pari approssimativamente a 6/7 m da p.c. e ha interessato sia il terreno di riporto sia il terreno, presumibilmente, naturale presente al di sotto di tale orizzonte. Presente nel sito anche una falda sottostante, anch’essa contaminata.
Nei piezometri ubicati all’interno dell’area A si riscontra una contaminazione significativa. I piezometri localizzati a valle evidenziano la presenza di una contaminazione diffusa ma in valore assoluto inferiore di almeno un ordine di grandezza alla precedente. Rilevate poi concentrazioni dei composti di interesse superiori ai limiti previsti anche nei campioni di acqua sotterranea prelevati dai piezometri di monte. La concentrazione dei contaminanti in falda presenta comunque un andamento stagionale, legato alle escursioni del livello piezometrico.
IL PIANO OPERATIVO
Obiettivo dell’intervento è la bonifica dei suoli contaminanti. L’RTI ha attuato trattamenti on site, parte in situ (SVE) e parte ex situ (BIOPILA). Predisposto poi un sistema di un sistema di barriera idraulica, composto da due pozzi barriera, da un sistema di aspirazione e collettamento delle acque e da un impianto di trattamento del tipo stripper + carboni attivi per il trattamento delle eventuali acque emunte.
Le operazioni sono state condotte al fine di minimizzazione degli impatti ambientali sul territorio, le movimentazioni di materiale inquinato sono state condotte con minor rischio di esposizione dei terzi e senza impattare oltre il dovuto sulla viabilità del posto.
LA TECNOLOGIA
Preliminarmente alla fase di messa in sicurezza è stato realizzato un cantiere con recinzione dell’intera area, il getto di una platea tecnica in cls, il posizionamento dei box e l’installazione di tutte le impiantistiche.
L’area A1 (nucleo della contaminazione) è stata scavata previo allestimento di una tensostruttura provvisionale (circa 20.000 mc) a confinamento della zona di scavo, con attivazione di un sistema di depressione della stessa per il contenimento delle eventuali esalazioni di contaminanti in ambiente. Il terreno scavato è stato riposto in una diversa tensostruttra provvisionale (circa 18.000 mc) anch’essa confinata dinamicamente, in cui si sono allestite sei biopile statiche, per complessive 8.000 ton circa di terreno.Le biopile, inoculate e sottoposte ad ventilazione forzata, subiscono il processo di bioremediation. L’area A1, a minor contaminazione, è stata sottoposta ad un trattamento SVE di tipo più diffuso. Si sono istallati 46 pozzi, dotati dei sistemi di controllo, collettati al sistema di estrazione dei gas interstiziali ed al sistema di abbattimento degli inquinanti che, nel caso specifico è del tipo ad adsorbimento su carboni attivi.
L’area A2, a contaminazione intermedia è stata sottoposta ad un trattamento di SVE (Soil Vapour Extraction) di tipo spinto. Si sono installati 15 pozzi dotati dei sistemi di controllo, collettati al sistema di estrazione dei gas interstiziali ed al sistema di abbattimento degli inquinanti che, nel caso specifico è del tipo catalitico. Sempre presso l’area A2, in combinazione con il sistema SVE si è istallato un sistema di AS (Air Sparging) che, attraverso 9 pozzi ad insufflazione alternata d’aria atmosferica in pressione, contribuisce al risanamento della qualità delle acque sotterranee.
La barriera idraulica allestita in sito con lo scopo di contenere eventuali evidenze di contaminazione. A tal proposito, oltre alle attività di monitoraggio periodiche sulle varie matrici ambientali, sono stati effettuati mensilmente dei monitoraggi della qualità delle acque di falda. La portata di progetto per il dimensionamento della barriera è di 72 mc/h.
L’impianto deputato al trattamento è strutturato su due tecnologie poste una in serie all’altra: strippaggio dei contaminanti più volatili e adsorbimento finale su carboni attivi sia per il flusso liquido che per quello aeriforme. Lo scarico delle acque trattate previsto in corpo idrico superficiale nel rispetto dei parametri dettati dal D.Lgs 152/99.
RISULTATI
Alla fine dell’intervento l’intera area risulta ripristinata dal punto di vista ambientale. Sul sito sono state poi collocate numerose specie arboree.