Bonifica del S.I.N. “Brescia – Caffaro”

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Bonifica del S.I.N. “Brescia – Caffaro”

INTERVENTO:

Interventi per la bonifica e la rimozione dei Rifiuti/Terreni contaminati

COMMITTENTE:

Industrie Chimiche Caffaro S.p.A

PERIODO DI LAVORO:

Inizio dei lavori tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025

IL SITO:

Ad oggi l’ex area industriale Caffaro è un sito molto ampio, copre circa 210 ettari e include tre aree industriali e relative discariche, suddiviso in distinte perimetrazioni. Parte importante della storia industriale e sociale di Brescia, fu fondato nei primi anni del XX secolo per la produzione di prodotti chimici di varia natura, come fitofarmaci, pesticidi e PCB. Si espanse molto rapidamente durante la Seconda Guerra Mondiale e l’aumento della produzione portò all’assunzione di un numero considerevole di operai, contribuendo allo sviluppo economico bresciano. L’attività si protrasse a pieno regime, con progressivi ampliamenti, fino gli anni Settanta. Iniziarono poi le prime riflessioni sulle industrie chimiche italiane e sulle pratiche adottate: in particolar modo divenne sempre più evidente il problema dell’inquinamento atmosferico e la contaminazione di suolo e falda. Nel caso del sito bresciano gli effetti sull’ambiente divennero sempre più evidenti e, seppur riducendo le attività produttive, le problematiche legate alle contaminazioni e agli effetti sulla salute pubblica ne determinarono la chiusura nei primi anni 2000. Sia nei terreni sia nelle acque di falda le principali contaminazioni accertate sono da PCB (policlorobifenili), metalli pesanti (tra cui mercurio, arsenico, piombo, cadmio), idrocarburi, solventi organici, prodotti chimici (come tetracloruro di carbonio).

PIANO OPERATIVO

L’iter per arrivare all’avvio di bonifiche di questa portata è spesso lungo e laborioso, e prevede diverse fasi, amministrative, progettuali e attuative. È notizia recente  che la bonifica del sito Caffaro inizierà tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025: l’annuncio è stato dato nell’ambito dell’incontro «Caffaro, facciamo il punto», alla presenza del Direttore Tecnico per la Divisione bonifiche e costruzioni Ing. Amerigo Pagano e del Dott. Emilio Cucciniello di Greenthesis SpA. Greenthesis è la società capogruppo del raggruppamento di imprese, insieme a Nico e ad A.C.R. Reggiani, che, nei prossimi cinque anni circa, si occuperà della bonifica del sito di Brescia.

Con l’inizio dei lavori saranno adottate tutte le diverse misure per controllare e tutelare la popolazione dai possibili impatti che potrebbero derivare dalle attività previste, questo con particolare riguardo nei confronti della potenziale diffusione di polveri, contaminanti in genere e del rumore.  La peculiarità di siti come quello di Caffaro risiede nel fatto che si trova inglobato nella città, a poche centinaia di metri dal centro storico e quindi nei pressi di abitazioni, scuole, campi sportivi. È previsto quindi l’impiego di presidi e prodotti antipolvere e in cantiere, laddove necessario e per le lavorazioni particolarmente impattanti, saranno impiegate barriere antirumore. Per le imprese coinvolte nella bonifica è importante la comunicazione con i residenti: l’impegno è quello di avere un canale aperto per informare la popolazione in modo puntuale e veloce. Per questo sono state illustrate, utilizzando anche i locali mezzi di informazione, le diverse fasi di cui si compone un progetto di lunga durata e di tale impatto.

L’ obiettivo dei lavori di bonifica è quello di individuare e rimuovere le fonti di contaminazione principali che minacciano la salute umana oltre che per quella di flora e fauna circostanti. Lo scopo ultimo dei lavori, comunque, è quello di far ritornare aree ambientalmente compromesse ad uno stato di fruibilità da parte della cittadinanza sia pubblica sia privata: grazie alla bonifica sarà possibile la riqualificazione e la riconversione del sito, trasformando l’area in uno spazio per la cultura, la ricerca e l’innovazione, cercando di coniugare sviluppo economico e sostenibilità ambientale.

La prima fase dei lavori, prevista tra fine 2024 e inizio 2025, prevede le opere di cantierizzazione e la realizzazione di una nuova rete di distribuzione elettrica che alimenterà le installazioni e gli impianti previsti nel progetto di bonifica all’interno del cantiere. Inoltre, sarà effettuato un adeguamento dei sistemi di emungimento attualmente presenti nel sito. Da anni, a presidio del sito Caffaro, è attiva una barriera idraulica che ha lo scopo di contenere la diffusione della contaminazione della falda: i pozzi di cui si compone la barriera, con un funzionamento continuo, emungono dal sottosuolo migliaia di metri cubi di acqua di falda al giorno che vengono trattati e decontaminati da un impianto esistente, prima di essere riversati in canali adiacenti il sito. 

Nella prima fase delle attività raggruppamento di imprese guidato da Greenthesis procederà con la progettazione esecutiva degli interventi di bonifica e demolizione. Non appena sarà approvato il capitolo di progettazione esecutiva dedicato, sarà avviata la demolizione dei fabbricati e degli impianti fino alla quota del piano campagna. Tutti gli impianti saranno preventivamente bonificati dalle sostanze e dai prodotti residui che si possano ancora oggi trovare all’interno degli stessi. Queste bonifiche propedeutiche alle demolizioni riguarderanno anche la rimozione delle componenti contenenti amianto.

Parallelamente, sarà eseguita una serie di test pilota per ricavare informazioni utili alla progettazione degli impianti che saranno in seguito utilizzati per la bonifica di alcune aree più critiche del sito che, ad oggi, stanno determinando i maggiori problemi di contaminazione della falda. Tali zone critiche, definite “hot spot”,  saranno oggetto di interventi di bonifica mirati mediante una serie di tecnologie quali il “Soil Replacement”, ovvero la vera e propria sostituzione di colonne di terreno contaminato con terreno pulito, il “Soil Vapour Extraction (SVE)”, che prevede la rimozione dei contaminanti mediante un sistema di pozzi di aspirazione dei vapori presenti negli interstizi del terreno, l’Ossidazione Chimica (ISCO), con cui si abbattono le contaminazioni mediante iniziazioni di soluzioni ossidanti nel terreno (ad es. utilizzando ozono), il “Soil Flushing”, ovvero il flussaggio del terreno con soluzioni specifiche che degradano i contaminanti. Nei casi di più difficile trattabilità si prevede anche l’impiego di tecniche di Inertizzazione dei terreni che prevedono l’iniezione nel sottosuolo alle profondità desiderate di speciali miscele cementizie che renderanno inerti gli strati trattati impedendo l’ulteriore diffusione dei contaminanti ivi presenti.  Per quanto riguarda la tecnica del “Soil Washing”, ovvero del lavaggio dei terreni una volta scavati, saranno prelevate porzioni significative di terreni contaminati per successivo invio ad impianti specializzati che provvederanno all’esecuzione di specifici test di lavaggio per testare l’efficacia e l’applicabilità del processo alle contaminazioni presenti in Caffaro.

Un aspetto significativo degli interventi di bonifica sugli “hot spot” riguarda il fatto che i terreni contaminati rimossi non saranno smaltiti presso discariche od impianti autorizzati off-site, ma questi saranno ricollocati all’interno del sito stesso. Tale ricollocazione avverrà nella porzione più a est del sito dove sarà realizzato un volume impermeabilizzato e controllato per la messa in sicurezza permanente (MISP) dei terreni contaminati rimossi. Prima della ricollocazione nel volume di MISP una quota parte dei terreni rimossi, ovvero quella più contaminata, verrà inertizzata in modo tale da ridurne la pericolosità e il potenziale rilascio di sostanze nel tempo. Questo approccio è da considerarsi come estremamente virtuoso in quanto ridurrà gli impatti ambientali dovuto ai trasporti fuori sito dei terreni contaminati, con riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera e dell’impatto dei mezzi pesanti sul traffico locale. 

In generale, riuscire a trattare i terreni profondi mediante la rimozione ed il trattamento degli “hot spot” avrà di riflesso un beneficio sulla falda in quanto si andranno ad eliminare/contenere le fonti primarie di contaminazione della stessa, Così facendo, è possibile prevedere che l’attività della barriera idraulica possa essere sensibilmente contenuta al termine di questa prima fase di bonifica del sito andando così a ridurre gli elevati costi attualmente sostenuti dalle pubbliche amministrazioni (ovvero dalla comunità) per il suo mantenimento in funzionamento continuo (riduzione costi di  gestione e dei consumi elettrici correlati).

A demolizioni completate, si affronterà la fase di “remedial investigation” ovvero una attività di caratterizzazione completa del sito che prevede l’esecuzione di circa 140 carotaggi con contestuale prelievo di materiale per analizzare i terreni fino a 30 metri di profondità. Questa caratterizzazione a tappeto oggi non è possibile per la presenza diffusa di impianti ed edifici su gran parte dell’area del sito la raccolta di una quantità di dati così importante su tutto il sedime dello stabilimento permetterà di mappare e definire nel dettaglio la conformazione del sottosuolo e i suoi livelli di contaminazione al fine di progettare gli interventi di bonifica successivi.